Virginia Raffaele: «Imitare Roberto Bolle? Da dove parti, parti bene»

Al nostro Vanity Fair Stories Festival la coppia altissima e bellissima formata dal ballerino e dall'imitatrice, capaci, entrambi, di raccontarsi con ironia
Virginia Raffaele «Imitare Roberto Bolle Da dove parti parti bene»

Virginia Raffaele: «Imitare Roberto Bolle? Da dove parti, parti bene»

Che il tratto comune sia la timidezza è cosa difficile da immaginare se i personaggi in questione sono Virginia Raffaele e Roberto Bolle. Invece la coppia da 6 milioni di telespettatori in prima serata su Rai Uno che unisce danza, musica e imitazioni sul palco di Vanity Fair stories si ritrova proprio su questo tratto del carattere che da sempre è dell’étoile della Scala e che è arrivato con l’età adulta per l’attrice romana.

«Da bambina ero allegra e buffona», spiega Virginia Raffaele, «tanto che ai saggi di danza mi mettevano in prima fila proprio perché ero buffa. Durante un saggio di danza moderna avevo imparato a memoria la canzone e cantavo più che ballare. Sono diventata timida crescendo». Avrà contato anche crescere al Luna park dell'Eur di Roma con nonna cavallerizza e zio clown (Il suo prossimo spettacolo, dall’8 febbraio in teatro, si chiama Samusà, che significa Stai zitta nel gergo dei giostrai).

Le imitazioni sono venute molto dopo e non nascono tutte allo stesso modo. «Ci sono personaggi che hanno caratteristiche molto evidenti, fisiche e caratteriali. Altri più complessi e quando vuoi parodiarli devi cercare a lungo. Non sempre parto dalla voce. In un certo qual modo è uno studio, da investigatore privato».

Roberto Bolle e Virginia Raffaele al Vanity Fair Stories
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La domanda successiva nasce spontanea. «Se dovessi imitare Roberto Bolle? Da dove parti, parti bene». E aggiunge: «Ma perché dobbiamo parlare quando c'è Bolle da guardare?». La platea è d’accordo con lei. L’amore per Bolle è palpabile e lo sente anche lui. «Sento molto l'affetto delle persone andando nelle piazze, la realizzazione del mio sogno di 15 anni fa: rendere la danza democratica. L'ho fatto grazie alla televisione e portandola nelle strade».

In tv lo ha fatto anche con Virginia Raffaele con un balletto rimasto storico nel 2017 sulla musica di Dirty Dancing nella trasmissione Facciamo che io ero. Con questo titolo che è un gioco si intervistano a vicenda.

Cosa scriverebbe la ventenne ballerina Virginia prima di un provino con Bolle? «Se a vent'anni già ho il numero di Roebrto Bolle mi sento arrivata. Non scriverei niente. Ho mandato una mail a un regista famoso che non mi ha mai risposto. Andrei tremante al provino e cercherei di colpirlo». E Bolle maestro di danza cosa direbbe alla Raffaele ballerina bambina? «Di cambiare mestiere».

In una famiglia di circensi lui avrebbe fatto il trapezista. «Te lo immagini che bello questo “coso” che vola?» commenta lei e poi gli chiede cosa farebbe in una giornata folle Roberto Bolle, una di quelle in cui non si nutre di aria e bacche di ginepro. La risposta non sono 16 pizze, solo un po’ più di cioccolato fondente e un po’ di adrenalina. «Mi piacerebbe fare qualcosa di estremo. Lancio con il paracadute, il parapendio». E tutti a immaginare questo «coso» bellissimo che vola.

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